Jazz it up: le origini del jazz sotto vari punti di vista

saxophone

Che il jazz sia uno dei generi musicali più amati e rinomati di sempre non è un segreto, ma le sue origini sono ancora avvolte da un velo di mistero dovuto all’assenza di testimonianze scritte. Questo ha reso difficile, ma non impossibile, ricostruirne la storia, le influenze e le motivazioni dietro a questo genere di musica famoso, eppure nebuloso. Vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza. Partiamo così:

Le origini del genere

Il jazz, in quanto genere musicale, fu considerato tale solo dall’inizio del 1900. Questo non vuol dire che prima non esistesse, o che la sua nascita non sia addirittura da attribuire al tardo Ottocento. Il Jazz è un genere figlio della comunità afroamericana della Louisiana, comunità che fino a pochi anni prima era stata schiavizzata, è proprio nella tradizione degli schiavi afroamericani che troviamo il seme che fece germinare questo genere. Come altri generi con origini analoghe, però, le condizioni disumane in cui venivano tenuti gli schiavi fece sì che non ci siano documenti relativi alla nascita. Esistono però fonti orali risalenti ai primi anni del Novecento ed è grazie a quelle che possiamo collocarne la nascita nei primi anni del Novecento.

Le origini del ritmo

Dal punto di vista musicale, il Jazz è la commistione di vari generi musicali tipici della comunità afroamericana. L’influenza più forte sono senza dubbio i work songs; durante la tratta degli schiavi, gli uomini, donne e bambini costretti a lavorare dei campi erano stati privati della loro dignità fondamentale di esseri umani. Ai figli di schiavi nati nelle piantagioni non veniva insegnato a scrivere, e l’unica forma di espressione che veniva concessa loro era il canto. I canti inventati dagli schiavi neri erano solitamente caratterizzati da una sorta di botta e risposta fra un solista e un coro e vennero chiamati work songs, ovvero canti di lavoro.

I work songs si fusero con gli spiritual songs (che poi si svilupparono a dare il gospel), il ragtime e il blues, da cui il jazz prende la sua famigerata blue note. Il genere che ne uscì fu proprio il jazz.

Le origini della parola

Se il genere jazz fu considerato un genere solo dall’inizio del 1900, è ovvio che la parola “jazz” risalga ai primi anni del 1900 e che sia dai primi del 1900 che il genere ha questo nome, giusto? Sbagliato. Se vi è una parvenza di linea cronologica che ci illustri l’evoluzione del jazz, soprattutto dopo il primo decennio del Novecento, lo stesso non si può dire della parola “jazz”.

Innanzitutto, riteniamo doveroso sottolineare che il nome originale del genere non era “jazz” scritto con due Z, bensì “jass”.

Da dove venga la parola jass non è tutt’ora chiaro, ma ecco le ipotesi più accreditate: “Jaser”: abbiamo già detto che il jazz nasce in Louisiana. Molti di voi sapranno che una buona percentuale della Louisiana è tutt’ora francofona. In particolare, si parla il francese cajun. Non sorprenderà quindi sapere che la prima teoria sull’origine della parola jazz derivi dalla parola jaser che nel francese tradizionale vuol dire gracchiare, fare rumore, ma in cajun al tempo voleva dire copulare. A sostegno di questa teoria ci sono articoli su giornali del periodo che va dalla fine dell’Ottocento agli anni Venti che definivano il jass “fracasso”, “rumore sgradevole”, musica “cacofonica”.

Freddie Keppard: nonostante il jazz non fosse molto apprezzato negli ambienti tradizionali, sono recentemente venute alla luce testimonianza di artisti che nei primi decenni del 1900 si trovavano a New Orleans. Secondo queste testimonianze, la parola jass non fu usata per riferirsi al genere musicale fino al 1917. Come mai proprio quell’anno? Era il 1917 quando Freddie Keppard descrivette il jazz usando la parola jass in una lettera a Joe “King” Oliver, mentore di un tale jazzista di nome Louis Armstrong. Nascita a San Francisco: recentemente il ricercatore Gerald Cohen ha notato che, seppure la lettera giunse a Oliver nel 1917, ci sono usi precedenti della parola jass. Essa appare infatti sul giornale di San Francisco San Francisco Chronicle nel 1913. In questa circostanza però la parola non sarebbe stata usata per riferirsi al genere musicale, bensì per indicare energia ed effervescenza. E il cronista dove l’aveva sentita? Da un altro cronista che l’avrebbe sentita usare dai veri protagonisti di ogni film ambientato nei primi anni del 1900: dei giocatori di dadi.

Le origini dei gruppi

Non tutte le persone di colore erano schiavi ai tempi della schiavitù. Si faceva infatti una distinzione fra creoli, discendenti di origine e africana ed europea degli abitanti della Louisiana francese, di discendenza africana e neri. Durante la schiavitù, i creoli di colore erano perfettamente integrati nella vita cittadina, e ricevettero quindi un’educazione musicale di stampo europeo. I neri afroamericani, invece, discendenti di famiglie di schiavi non potevano permettersi questo lusso, ed erano prevalentemente autodidatti. Quando nel 1865 la schiavitù volse al termine, il razzismo si aggravò al punto tale che la discriminazione raziale si allargò anche ai creoli. La richiesta di musica di intrattenimento, però, era sempre crescente. Musicisti creoli e neri cominciarono a collaborare, integrando le loro diverse educazioni musicali e portando così alla formazione dei primi gruppi jazz.